Chi Sono
La mia strada: chi sono e dove vado..(Se lo sai Dimmelo!!)
Ho 48 anni, per alcuni sono un uomo di mezza età, beh, non so cosa dire, magari se fosse vero vuol dire che campo 96 anni. Non so se realmente mi interessa, forse no, sicuramente per usare un luogo comune vale la pena dire che non è importante quanto si vive ma come si vive. Luoghi comuni. Già, le nostre vite se ci fai caso sono un condensato di luoghi comuni, ma gli unici luoghi che dovrebbero essere “nostri” e comuni non lo sono mai veramente. Mi riferisco al nostro interno, a quello che siamo veramente e che per qualche motivo non vogliamo o possiamo vedere e conoscere. Non sono un Coach o un Guru, anzi. ma fan guru…Scherzo ovviamente, spero tu abbia senso dell’umorismo. E importante averne, si tratta di quella misura in cui si riesce a non prendersi abbastanza sul serio per essere veramente seri. Non seriosi. Ovviamente sono miei pensieri, lasciano il tempo che trovano, come si dice dalle mie parti.
Perché scrivo?
Perché no! Io non sono perfetto, non contando che il concetto di perfezione neppure esiste in senso assoluto. Sono stato (e ancora adesso ne avverto i rimasugli) pieno di paure, di dubbi e di incertezze. Ho sempre pensato che queste paure, dubbi e incertezze fossero l’ostacolo ad un mio ipotetico “cambiamento”. Poi ho capito una cosa, tanto ovvia quanto complessa da capire: si perché se non lo hai notato le cose più importanti della vita le abbiamo davanti al naso, ma non le vediamo, sono banalmente criptate nel nostro essere ammaestrati. In effetti vale il detto che se vuoi nascondere bene qualcosa lo devi mettere davanti agli occhi di tutti. Quello è l’ultimo posto dove cercare. Questa scoperta banale è che le paure e le incertezze, condite con sofferenza, senso di abbandono e vuoto esistenziale, sono gli strumenti della trasformazione. Non si può vedere Dio senza morire, l’ho letto da qualche parte, e ora più che mai lo ritengo verosimile. No, non hai capito non ho visto nessun Dio, intendo dire che è difficile far crescere e nutrire la propria consapevolezza/coscienza/anima senza andare in fondo alla sofferenza del vivere. la sofferenza, anche se è difficile da capire quando si sta male, è l’unico aiuto per non starci più.
Perché Naxos?
Perché no! Mi piace, non ci sono mai stato ma è il nome di un Comune in Sicilia, non so perché un mio collega di lavoro occasionale mi chiamava così per una battuta che ho fatto sul suo accento: battuta che lo fece molto ridere ma che non ricordo. Si tratta di un posto molto bello, ecco perché mi piace. Non ci sono significati particolarmente profondi. Il mio nome è Andrea Monti, Mikaudios di madre. Lo dico anche se anagraficamente non mi spetta, ma lo faccio mio perché ci tengo e mi dispiace, che questo cognome venga perso per sempre. Tutto qui. Lavoro da una vita, e per passione scrivo e creo delle mie guide che raccolgono la mia esperienza. Sono convinto che, anche se nessuno percorre la stessa strada, l’esperienza sia un buon punto di partenza, soprattutto fra noi italiani che condividiamo lo stesso genere di condizionamento sociale, certe tecniche e modalità possono essere utili. Inutile esercitarsi nella meditazione Indiana: noi non siamo indiani: le nostre basi sono talmente diverse da non assomiglirgli nemmeno per sbaglio. Fattene una ragione, ecco perché gli audio di Deepak Chopra non ti cambiano la vita.