Che cos’è la fobia sociale
Introduzione
Questo articolo è la mia opinione in base a quanto conosco personalmente della “cosa”, in questo non c’è pretesa o aspirazione di dare soluzioni o fare informazione medico scientifica anzi, esorto tutti quanti i fruitori di quanto scritto ad approfondire e verificare! Anche se, mi sono impegnato per riportare informazioni verosimili e non forvianti.
Per quanto possa sembrare strano ad alcuni, nonostante a prima vista sembri un concetto difficilmente comprensibile, riuscire a integrarsi nella società odierna non è cosa da tutti. Ognuno ha il proprio carattere, ognuno ha i propri limiti e il proprio modo di interagire con la realtà che lo circonda.
C’è dunque chi riesce a familiarizzare e stringere contatti sociali con facilità e sicurezza, mentre c’è chi avverte una tensione di fondo senza fine, una sorta di blocco all’idea di rimanere in ambienti particolarmente affollati o ricchi di contatto con estranei. In quest’ultimo caso, non necessariamente è un male: ci sono individui che semplicemente sono timidi e introversi, perciò impiegano più tempo a sbloccarsi e a stringere amicizie, o semplicemente a sentirsi a proprio agio, e ciò è assolutamente normale.
Quello che invece può risultare meno normale è il manifestarsi di un vero e proprio rifiuto di fronte ad altre persone, il desiderio di evitare qualsiasi contatto sociale estraneo e di rimanere il più possibile in solitudine, per paura o addirittura, terrore di ritrovarsi in un luogo pieno di gente sconosciuta e di doverci parlare per forza. Questo è ciò che assume i contorni di una patologia definita fobia sociale.
Malgrado si manifesti in forme più o meno lievi, ci sono alcune basi comuni dietro questa malattia, una serie di caratteristiche che la contraddistinguono nettamente rispetto a normale imbarazzo o ad un semplice carattere più chiuso. Vi sono infatti individui che avvertono dentro di sé una mancanza di carattere, l’assenza di determinati tratti che per altri sono solidi e sicuri.
L’ansia crescente di non valere quanto gli altri, di essere inferiori. Il desiderio di sprofondare il più possibile quando la gente inizia una conversazione. La convinzione di essere privi di qualsiasi abilità e di non possedere alcun pregio, così come la completa sicurezza nel vedersi peggio di quanto si è realmente. Non sono fatti da prendere alla leggera e possono avere ripercussioni piuttosto gravi se non vengono tratte in tempo, eppure, molti non si rendono conto dell’importanza che la fobia sociale riveste.
I sintomi della fobia sociale
Considerare quale sia l’approccio più corretto per risolvere una patologia come la fobia sociale è essenziale, chiedere consiglio è più che lecito e anche consultare degli esperti. Quello che però può essere un contributo che si può fornire personalmente, è informarsi.
Sapere in anticipo quali sono i sintomi della fobia sociale, riuscire a cogliere i segni che riconducono ad una sicura e comprovata ansia da rapporti sociali, isolare correttamente i sintomi propriamente più singolari e quelli che invece potrebbero depistare l’attenzione.
Il primo passo per affrontare la fobia sociale risiede nel conoscere i sintomi. Ecco dunque una serie dei più comuni e riscontrabili in soggetti affetti da questa fobia, una vera e propria avversione per il contatto nella sfera sociale.
Sintomi fisici
La fobia sociale non è una patologia che si manifesta solamente a livello caratteriale ed emotivo, o per meglio dire, non si tratta di un disturbo che interviene solo a livello interiore. Il corpo stesso di coloro che tendono a manifestare episodi di fobia sociale esterna il disagio che si sta avvertendo e i sintomi appaiono quindi anche su un piano fisico. A livello fisico infatti ci sono vari stadi di rilevanza che possono passare da sintomi apparentemente trascurabili fino a veri e propri scompensi che possono risultare seriamente dannosi per il corpo del soggetto. Normalmente la persona che soffre di fobia sociale tende a mostrare una sudorazione sempre maggiore, diventando prima rossa in viso, e poi cominciando ad avere dei mancamenti d’aria. Si avverte dunque la difficoltà nella respirazione, difficoltà nella deglutizione e mancanza di saliva mentre il corpo comincia a tremare e ad essere percorso interamente da brividi, con il battito cardiaco sempre più accelerato.
Sintomi mentali ed emotivi
Passando invece in rassegna quei sintomi della fobia sociale che trovano luogo all’interno della persona, il primo e più comune è senz’altro la confusione. L’individuo affetto da fobia sociale tende a perdere il controllo e a manifestare una perdita della concezione circostante. Ci possono essere mal di testa più o meno forti, capogiri e nausea, come se la mente cercasse disperatamente di evadere da un contatto sociale, di allontanarsi parzialmente dalla situazione in cui si trova e di rifugiarsi altrove.
A queste sensazioni si aggiungo poi man mano anche le paure e le ansie derivanti da questo disagio: si avverte una minaccia tangibile e reale di fronte a quale il proprio cervello alimenta timori, sottosima e un improvviso calo di considerazione verso le proprie capacità e il proprio essere. Non è raro dunque che una persona chiaramente affetta da fobia sociale si ritrovi a pensare di non valere nulla, di essere deriso facilmente e di non poter sostenere alcun dialogo o contatto con altre persone. L’ansia generata da questi pensieri, se non è debitamente controllata, può sfociare anche in maniera piuttosto violenta, passando da isolamenti volontari a veri e propri attacchi autolesionisti e forti istinti di suicidio o di azione volta a ferire chi viene identificato come “individuo estraneo”.
La comunicazione
Particolare attenzione va sopratutto rivolta alla maniera in cui parla. Dal momento che la fobia sociale manifesta i propri sintomi quando il soggetto è in un contesto di contatto sociale ravvicinato, la vittima di questa patologia tende ad erigere delle barriere anche sul piano della comunicazione. In molti casi si cerca di limitare un contatto diretto, ad esempio cercando di non incontrare lo sguardo del proprio interlocutore, ammutolendosi all’improvviso, cercando di parlare più in fretta o più forte, o rallentando eccessivamente e affievolendo al massimo il volume del proprio tono. Più in generale, i discorsi cominciano a farsi confusi, le parole non sempre sono quelle che si vorrebbero pronunciare e si genera un ulteriore elemento destabilizzante che va ad acuire i sintomi già evidenziati finora. Un effetto domino che non risparmia alcun lato dell’interessato, andando a intaccare in maniera più o meno grave sia l’aspetto mentale che quello fisico. Se in un dato momento e in un certo luogo si verifica un numero consistente di questi episodi sintomatici, occorre quindi cercare di intervenire al più presto e non attendere che la fobia sociale contratta vada peggiorando ulteriormente.
La fobia sociale all’inizio può apparire come un semplice eccesso di ritrosia nei confronti del prossimo, un desiderio di solitudine quasi giustificabile e comprensibile, ma con il tempo, può arrivare a danneggiare non solo i contatti con l’esterno, ma la vita stessa di quella persona. Se si ha il terrore di vedere “gente”, non si riesce nemmeno a recarsi al lavoro, a fare una semplice spesa, di svolgere insomma tutta quella serie di rituali più o meno importanti che costituiscono la nostra vita di ogni giorno.
La fobia sociale è un malessere profondo e non sempre facile da risolvere, ma deve essere diagnosticato quanto prima possibile, per riuscire a ritornare a camminare a testa alta, senza il timore assiduo di ritrovarsi sommersi di critiche, senza quella voce assillante che tormenta la propria immagine e la prospettiva di se stessi. L’importante è capire che si tratta di una questione delicata, trattarla come tale e lavorare al meglio per risolverla positivamente.
Le Manifestazioni della fobia sociale
La fobia sociale si manifesta spesso come un disturbo giustificabili con soluzioni valide e plausibili. SI tende a pensare che si tratti di un carattere particolarmente chiuso ai rapporti sociali, una sorta di muro costituito da innocua timidezza che prima o poi svanirà. Pertanto non si cerca di appurare adeguatamente se davvero sia un caso di eccessiva introversione o se quella paura di essere a contatto con contesti sociali, se quella fobia di ritrovarsi in spazi pieni di persone sia davvero una fobia, una patologia che merita una seria e reale attenzione mirata. Come si può davvero capire dunque, se la manifestazione di un carattere meno estroverso e sicuro in realtà nasconde in sé un problema ben più grave che si identifica con fobia sociale vera e propria?
Luoghi e situazioni
Lasciando da parte i sintomi della fobia sociale, ci sono una serie di circostanze chiave che possono fornire segnali impossibili da ignorare e indicare dunque quando ci si trova di fronte a questo disturbo. Generalmente l’elemento più rivelatore è quello della vicinanza sociale. La fobia sociale si manifesta ogni qualvolta ci si ritrova in un luogo o in una situazione in cui appare impossibile non entrare in contatto con altri simili e dunque avviene un faccia a faccia quasi “obbligato” con altri individui, specialmente quando si tratta di estranei. Le manifestazioni più normali dunque sono riconducibili a contesti in cui questi contatti si addensano e diventano inevitabili. Un uomo soggetto a fobia sociale solitamente comincia ad avvertire disagio quando si ritrova ad una festa con gente che non conosce, o in un qualsiasi edificio in cui possa esserci un’alta densità di persone. Una discoteca, un locale, ma anche un ufficio, un supermercato, un qualsiasi ambiente ricco di contatti umani “indesiderati.” Durante questi casi, avvengono le manifestazioni più chiare di fobia sociale, ma non bisogna fare l’errore di considerarla una patologia che si verifica semplicemente per un alto numero di individui. Ci sono altre manifestazioni di fobia sociale da tenere presente.
Estranei e non solo
Certe persone ad esempio soffrono di fobia sociale quando sono a contatto con persone amiche, ma con cui iniziando discussioni. Dovendo parlare di sé, manifestare il proprio parere e scambiare opinioni, si sentono improvvisamente preda di un malessere che li induce alla fobia sociale e li divora internamente. Queste manifestazioni possono avvenire anche durante una normale conversazione, non necessariamente in situazioni di tensione, e la reazione non è di imbarazzo, ma di chiusura vera e propria e altri elementi ancora, nettamente diversi da una semplice timidezza. L’accentramento dell’attenzione inoltre costituisce uno dei punti più ricorrenti quando si parla di manifestazioni di fobia sociale, perché ci si sente sotto pressione, si avverte il peso degli occhi altrui. Essere osservati equivale a sentirsi minacciati, essere protagonisti della scena alimenta il proprio turbamento, anche quando si tratterebbe di atteggiamenti favorevoli, come ricevere un semplice complimento o essere lodati per qualche merito personale.
Manifestazioni generali e specifiche
A queste manifestazioni di fobia sociale però, va anche aggiunta una certa analisi, per cercare di capirne la natura, a seconda della maniera in cui si manifesta. C’è infatti chi è soggetto alla fobia sociale in qualsiasi caso, sempre e comunque, ogni qual volta si ritrova in uno dei contesti sopracitati, non importa dove, non importa chi: avviene e basta. In questo caso dunque le manifestazioni hanno un carattere più generalizzato e non esiste una particolare causa scatenante perchè potrebbe avvenire in qualsiasi contesto sociale, da quelli socialmente più impegnativi, ai più normali e abitudinari, come quando si fa la spesa o si svolgono commissioni che prevedono un contatto con il pubblico. In diversi soggetti invece, la fobia sociale non è così diffusa all’interno della propria vita, ma agisce solamente in casi precisi e determinati e solamente in quelli si realizza la vera fobia sociale. In questo caso, la fobia sociale dà luogo a specifiche manifestazioni solo in precise situazioni, mentre generalmente non avviene. Inutile dire che, sebbene avvengano in due maniere diverse, l’importanza da rivolgere per la cura non deve aumentare solamente quando è un caso più generale, o diminuire quando avviene in momenti più mirati: la pericolosità è la stessa.
Le cause della fobia sociale
Quando la vita ci pone di fronte una scelta o un ostacolo, il modo in cui si affronta questa prova è molto soggettivo. C’è chi ostenta sicurezza e trova questi contesti altamente stimolanti, mentre altri individui non riescono nemmeno a compiere un passo verso qualche direzione, completamente paralizzati da una fobia di qualche tipo, completamente insicuri e bloccati. In alcuni particolari casi, come quando la situazione da affrontare riguarda un confronto in ambito sociale, una discussione o un confronto diretto con altre persone, o semplicemente il contatto con estranei, insorge una fobia dentro di noi che prende il nome di fobia sociale. Ignorarla, fingere che non esista, è il classico sistema per aggravarla. Identificare i primi stadi e le prime manifestazioni, è il metodo migliore per sconfiggere questa fobia sociale.
Ambiente familiare e traumi maggiori
Solitamente non esiste un solo tipo di causa legato a questo disturbo, né è semplice riuscire a identificarla con assoluta chiarezza. Può essere fraintesa, essere semplicemente un tipo di chiusura caratteriale, un’eccessiva timidezza, e a volte si tende ad allargare esponenzialmente quello che in sé non è una vera e propria fobia sociale. Se si dovesse cercare una matrice comune alla base di questa fobia tuttavia, è possibile riuscire a isolare un certo numero di casi che ricorrono moltissimo sopratutto per ragioni familiari. Il tipo di educazione che si riceve e il modo in cui i propri genitori influenzano la crescita di un individuo sono elementi più che sufficienti a incidere pesantemente nella formazione del carattere di una persona. Molti studi hanno infatti evidenziato come si siano verificati numerosi episodi di fobia sociale sopratutto in persone che sono stati soggetti a uno o più traumi durante l’infanzia, creando un complesso che malgrado il passare degli anni si sedimenta e non si allontana, formando un nodo che con il tempo non fa che crescere e alimentarsi, sfociando poi nella fobia sociale vera e propria. Genitori così possessivi da bloccare la naturale formazione della personalità del proprio figlio, la mancanza di un supporto emotivo indispensabile, l’eccessiva e repressiva severità: tutti questi comportamenti genitoriali arrivano sempre a incidere nello stesso modo e con la stessa gravità.
Traumi minori e “irrilevanti”
Altre cause legate allo sviluppo della fobia sociale si riscontrano inoltre anche in seguito a incidenti apparentemente meno significativi. Al di là di traumi di una certa entità e cause maggiormente vistose, a volte sono sufficienti alcuni episodi con una rilevanza minore. Casi che si ripetono con una certa abitudine, minuscoli frammenti di vita quotidiana che però non vengono del tutto superati e si accumulano, restando insoluti e dannosi, come scorie che non vengono espulse dal proprio “organismo emotivo”. Magari si tende a minimizzare una serie di incidenti minori a livello sociale, e ci si ritrova con l’affrontarli nel futuro, una volta adulti, ma senza riuscire a trovare le armi necessarie a contrastare questi “Insignificanti” passi del passato che ora tornano a perseguitarci e a portare con sé la minaccia della fobia sociale.
Azione per “riflesso”
Va inoltre ricordato che in molti casi si tratta anche di un semplice meccanismo di riflesso. L’essere umano istintivamente tende ad assimilare molto i comportamenti che avvengono attorno a lui, rimanendo influenzato. Questo fenomeno può portare a risvolti positivi in molti casi, ma in altrettanti situazioni, ritrovarsi accanto ad un individuo soggetto a episodi di fobia sociale, di isolamento e di chiusura di fronte ai contesti sociali, può condurre ad una cattiva esperienza che non si vive in prima persona, ma si adotta come se lo fosse davvero. Questo dunque conduce una persona priva di traumi o di una crescita genitoriale sbagliata, a seguire degli schemi distorti e ad incorrere nello stesso ostacolo, rimanendo anch’essa vittima della fobia sociale.
La “terapia” della Fobia Sociale
Dopo che sono stati evidenziati con efficacia e sicurezza i sintomi della fobia sociale, quando anche medici ed esperti del settore hanno avuto modo di diagnosticare con certezza che si tratta di questa patologia, avviene dunque la scelta di come intervenire sul problema. Trattandosi di una malattia piuttosto delicata e non sempre semplice da curare, la scelta dell’approccio è fondamentale, ed attualmente esistono vari sistemi per assicurarsi che il fenomeno scompaia. Principalmente, esistono due tipi di trattamento a cui vengono sottoposti i pazienti affetti da fobia sociale: la cura tramite la psicoterapia, e quella mediante l’utilizzo di appositi farmaci.
Trattamento psicoterapeutico
Grazie a questo metodo, lo psicoterapeuta decide se il percorso di recupero del paziente affetto da fobia sociale debba essere preso singolarmente o in un’ottica di gruppo, anche se i due sistemi possono essere adottati contemporaneamente. Mediante un trattamento singolo, il soggetto viene avvicinato gradualmente alla radice del problema. Si tenta inizialmente di affacciarsi sulle ragioni dietro il disagio, cercando di focalizzare l’attenzione sulle cause relative a questo rifiuto dei contesti sociali, indagando quali siano le cause principali. Durante questo periodo di cura, la persona in cura viene avvicinata gradualmente alle situazioni che creano disagio, prima immaginando lo scenario e poi gradualmente affrontandolo di persona.
Nel caso di una terapia di gruppo invece, si applica lo stesso sistema cognitivo comportamentale, in cui però si interagisce con altre persone che manifestano gli stessi sintomi e dunque sono tutti soggetti a fobia sociale. Confrontando diversi vissuti ed esperienze comuni, si cerca di avvicinare i soggetti all’apertura e alla condivisione, facendo in modo che lentamente recuperi quelle basi che non possedeva in precedenza. Si reintegrano la fiducia in se stessi, l’automotivazione, la stima mancata e il coraggio di affrontare quegli ostacoli a livello sociale e comunicativo che prima impedivano lo svolgimento di una vita normale, per poi concludersi con la ricostruzione di una vita sociale e l’inserimento effettivo nella società stessa.
Trattamento farmacologico
Solitamente, a meno che non si tratti di casi particolarmente gravi, si cerca di arrivare alla soluzione del problema senza sfruttare troppo diffusamente l’impiego di farmaci e sostanze farmacologiche in generale. Quando però si avverte nel soggetto alla fobia sociale un’instabilità difficile da gestire, si ricorre alla prescrizione e all’assunzione di antidepressivi che vanno a placare parzialmente il carattere instabile soggetto interessato, rendendolo così più incline al dialogo e all’analisi per trovare di nuovo la calma e la serenità necessarie per affrontare il problema in ambito sociale.
Quando tuttavia nemmeno gli antidepressivi hanno effetto o si rivelano scarsamente efficaci, possono essere impiegati anche farmaci come benzopiridine e beta-bloccanti, che servono principalmente per cercare di porre fine al manifestarsi dei sintomi fisici della fobia sociale, come le alterazioni del battito cardiaco.
Per quanto questo tipo di trattamento riesca in buona parte a respingere la ricomparsa dei sintomi, non sempre è un rimedio efficace, sopratutto perché può generare una dipendenza che, di fatto, non rende effettivi i risultati positivi raggiunti.
Il paziente potrebbe non riuscire a vivere in maniera soddisfacente senza assumerne e senza la prescrizione continua rischierebbe una ricaduta. Se utilizzati seguendo i giusti dosaggi e le misure più opportune, possono comunque sortire ottimi risultati per preparare l’individuo affetto da fobia sociale ad una prima fase preliminare, facendo sì che a questo primo trattamento segua quello psicoterapeutico, e avvicinando così il paziente alla risoluzione di questo malessere.
Fonti su fobia sociale per approfondire https://www.issalute.it/index.php/search?q=fobia+sociale
Foto di Gerd Altmann daPixabay